Vorrei premettere una cosa, Doctor Who è entrato nella mia
vita solo da poco tempo, ho fagocitato episodi uno dopo l’altro come se fossi
un ciccione americano in astinenza da tivvù. Ho visto qualche episodio della
serie classica, e tutti quelli della serie moderna nel giro di qualche
settimana, dunque contestualizzate tutto ciò che leggerete considerando che
sono probabilmente la fan più recente della serie in questione. Sì sì, dite
pure noob.
Inizierei con il dire che, per quanto mi riguarda, dubito
che potrei mai fare una classifica in merito al “best Doctor”. Credo che la
cosa mi costerebbe troppi ripensamenti, e dubito che la decisione che prenderei
potrebbe essere in qualche modo definitiva.
Tutte le volte che mi sono trovata a guardare un episodio,
ho sempre pensato “il Dottore è lui, è perfetto”, tutte le volte che c’è stato
un cambio di protagonista ho avuto una contrattura del miocardio, tutte le
volte che ho visto un nuovo Dottore ho storto il naso.
Sono troppe le sfumature che contribuiscono a dare i
contorni alla figura del Dottore nell’immaginario collettivo, credo che stilare
una classifica sia in qualche modo riduttivo.
La fangirl di Ten che è in me sta tentando di suicidarsi in
questo preciso momento, pur di attirare la mia attenzione, ma un blogger in
qualche modo deve saper tenere a bada questi sprazzi di fangirlismo spudorato.
Vorrei quindi fare una piccola panoramica su quello che è
“il Dottore secondo me”.
Inizierei da Nine, il FANTASTICO pelatone in giacca di
pelle. Si può dire che lui sia stato il mio primo Dottore, con tutte le
smielate sensazioni che ne conseguono. L’unico peccato è che non si siano
potuti sviluppare a dovere tutti gli aspetti del suo carattere. Vi dirò, a me
Nine piace moltissimo.
Credo che nelle stagioni successive l’aspetto “alieno” del
Dottore sia andato via via sfumando sempre di più, in favore di una
categorizzazione che lo avvicinasse di più alla razza umana. Quasi come se
fosse andato perduto il concept iniziale del Time Lord. Colpevole di ciò, a mio
parere, è proprio l’adorato Ten, ma torneremo su questo discorso in un secondo
momento, facciamo prima un passo indietro.
Nine aveva momenti di umanità misti a momenti di rabbia e
rancore. L’ombra oscura della Guerra del Tempo non gli lasciava respiro, dai
suoi occhi traspariva l’inguaribile senso di colpa nei confronti della propria
specie. Era figlio della guerra, e come tale era necessario che la sua
frustrazione prendesse il sopravvento in alcuni casi. Di qui l’esigenza di
introdurre una compagna come Rose, la classica biondina stupida e tanto
amorevole da lasciarsi intenerire da un Dalek.
Volete sapere come la vedo? Il vero duo non è affatto Ten-Rose.
Questo binomio si è sviluppato in un secondo momento probabilmente per
“rassicurare” i fan che quel simpatico e stravagante nuovo Dottore fosse
effettivamente la reincarnazione del precedente. Era necessario che, per Rose,
dopo una fase iniziale di incertezza voluta, non cambiasse nulla. Era
necessario che il suo sentimento verso il Dottore continuasse a crescere fino
all’ultimo secondo. In tal modo anche per i fan sarebbe stato lo stesso.
Non fraintendetemi, non dico che Ten avesse bisogno di tutte
queste congetture per far breccia nel cuore delle persone, però pensandoci, il
ferro va battuto ancora caldo. Ed è stato grazie a questo piccolo espediente di
trama che la storia ha potuto continuare a svilupparsi senza troncare
completamente, come è accaduto invece per Eleven. E credo che questo stesso
stratagemma sia stato ripetuto ultimamente con l’introduzione di Twelve.
Dicevo, dunque, che a mio parere è proprio colpa di Ten se
il “Dottore”, nel corso delle stagioni 2, 3 e 4 sia diventato un Dottore più
umano che alieno. Non si può certo fargli un plauso per questo, ma ci sono
tanti altri aspetti che David Tennant è riuscito ad enfatizzare al meglio.
Con quel suo atteggiamento impeccabile e geniale, il suo
sovoir fair e la sua grande empatia con il mondo che lo circonda, sembra quasi
che il Dottore abbia fatto un passo indietro, avviandosi più che verso l’uomo
maturo, verso il tenero bambino che non si rassegna mai. Il senso di colpa che
comunque alberga nel suo animo, viene abilmente celato da un bel visino
sorridente. Ciò ha dato la possibilità di sviluppare altre sfaccettature del
personaggio del Dottore, ad esempio l’immenso istinto protettivo e la continua
speranza in un lieto fine. Inoltre, è stato ripreso un concetto molto
importante, che non si è potuto sottolineare con la precedente incarnazione. Il
Dottore, lasciato solo per lungo tempo, perde la sua “umanità”, sa essere
terribilmente crudele e insensibile alla morte.
A scoprirlo è quella che sarà poi la VERA compagna di Ten,
Donna Noble.
Prima puntata, seconda stagione: il Dottore stermina senza
ripensamento i cuccioli dell’imperatrice degli Aracnos, ultima della sua
specie. Questo, a mio parere, è un
grandissimo azzardo da parte di Russel T Davies. Sta buttando come carta
straccia le caratterizzazioni più forti che il dottore ha avuto e avrà. La sua
compassione in quanto ultimo della propria specie, il suo rispetto per la vita,
il suo compito di preservare le razze in via di estinzione, tutto va a farsi
friggere in un bollente calderone di odio e non curanza. Eppure, è grazie a
questo che riusciamo a rivedere un barlume di “non umanità” nel Dottore.
Ten è stato anche decisivo per altri aspetti. Ad esempio,
sotto la sua egida, si è potuto caratterizzare maggiormente il ruolo delle
“compagne”. La comparsa di Sara Jane, di Martha Jones e di Donna hanno mostrato
come il rapporto tra Dottore e Assistente sia molto più complesso e variegato
di quanto i fan possano pensare. Reduci dalla evidente storia d’amore con Rose,
tutti ci aspettavamo un ritorno di fiamma. E invece abbiamo potuto vedere come
Martha sia stata palesemente rifiutata e affetta da mal d’amore e come, invece,
Donna abbia abilmente rivestito il ruolo di migliore amica, di spalla nel vero
senso della parola. Grazie al pragmatismo di Tennant, Davies è riuscito a percorrere
molte strade diverse, contribuendo a caratterizzare il Dottore nelle più
disparate circostanze, finanche a renderlo tanto vanesio da essere restìo a
reincanrarsi con un nuovo volto.
Dunque, se Nine è il “Dottore della Guerra”, Ten è il
Dottore dei “Compagni Perduti”, del romanticismo e della malinconia. Ciò che sempre lo ha ossessionato è stata la
perdita dei suoi compagni di viaggio, il senso di colpa dell’avergli rovinato
la vita dopo averli attirati a sé grazie al suo irresistibile magnetismo.
A questo punto, era necessario introdurre un Dottore che
sapesse tenere testa alla precedente incarnazione, e che al contempo smorzasse
alcuni dei suoi precedenti aspetti in virtù di nuove sfumature.
Come sanare la ferita che sarebbe stata lasciata da Ten? Qui
non c’erano compagne di viaggio a tenere insieme i pezzi, inoltre Tennant aveva
avuto modo di entrare e radicarsi nel suore dei fan…come sostituirlo?
Ma ovviamente, con la giusta dose di pazzia e con il ritmo
sostenuto delle vicende, i fan non
avrebbero avuto modo di avvertire la mancanza di Ten di fronte ad un Dottore
tanto strambo e infantile, al punto da fare irruzione in casa di una bambina
e….farla cucinare per saziare il proprio appetito, fino ad optare per
bastoncini di pesce e crema pasticciera. Come fa a non essere amore a prima
vista?
Vi confesso un’altra cosa. Ho sempre pensato che la scelta
di un dottore giovane e “belloccio” sia stata fatta per alleviare il senso di
vuoto che Ten avrebbe lasciato. Parlandoci chiaramente, vedendo gli ultimi
Dottori uno accanto all’altro, credo sia evidente la somiglianza tra Smith e
Tennant proprio dal punto di vista estetico. Non linciatemi, ma penso ci sia
anche questo dietro alla scelta di Smith come undicesima incarnazione. I
cambiamenti vanno concretizzati a piccole dosi.
Inoltre, è stato introdotto un nuovo modo con cui il Dottore
avrebbe potuto sopportare la grande mole di sensi di colpa che lo attanagliava.
C’è stato un taglio netto con tutto ciò che era accaduto precedentemente, il che ha consentito l’introduzione di nuovi
personaggi e nuovi pattern narrativi, ma dietro a tutto questo c’è un fattore
fondamentale: Eleven è il Dottore che dimentica.
L’infantilismo e la vena di
pazzia sono proprio legate al fatto che il Dottore sta invecchiando e ha
bisogno di nuove gioie, di nuovo carburante per continuare il proprio cammino
nello spazio-tempo.
Si può dire, pensandoci, che ogni incarnazione del Dottore
abbia enfatizzato un diverso aspetto della persona umana: per Nine c’era il senso
di vuoto e la sofferenza, per Ten c’era l’innamoramento e il romanticismo, per
Eleven c’è uno dei più profondi aspetti dell’uomo, la sua capacità di
dimenticare.
A mio parere, riusciamo a capire davvero il meccanismo mentale
di Eleven solo all’ultimo episodio della settima stagione.
Prima di concludere, è doveroso spendere due paroline riguardo Capaldi.
Come tra Nine e Ten, anche in questo caso è stato necessario
un po’ di zucchero per buttare giù la pillola: la ragazza impossibile, Clara
Oswald. Si può dire che questo cambio di protagonista sia stato per me il più
difficile da accettare, eppure grazie a Capaldi si può dire che il Dottore sia
davvero tornato ad essere un Signore del Tempo. Tutti gli aspetti che lo
differenziano dall’uomo sono stati ripescati e rimescolati. Twelve odia gli
abbracci (ah se lo sentisse Ten…), sembra anche che non sappia assolutamente
come si faccia a stringere a sé qualcuno o a sorridere, è imbranato a tal punto
che Clara ha dovuto scrivergli dei bigliettini con delle frasi-tipo da
utilizzare nelle varie circostanze. Ecco di nuovo l’alieno che prende il
sopravvento sull’umano.
Twelve è un Dottore riflessivo, attento, la sua peculiarità
è il porsi delle domande. E a tutto ciò si aggiunge il fatto che, al momento
della propria rigenerazione, sembra quasi non ricordare nemmeno cosa volesse
dire essere il Dottore. Che le preghiere di Eleven siano state ascoltate?
E’possibile che effettivamente tutto questo desiderio di dimenticare lo abbia
portato ad essere così? E’ possibile che il suo aspetto palesemente invecchiato
serva proprio a ricordargli che l’infantilismo non è la via giusta per
proseguire il suo cammino?
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RispondiEliminaGrazie!
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RispondiEliminamolto bello ��
RispondiElimina<3
EliminaPer come la vedo io, se Eleven è il Dottore vecchio nel corpo di un giovane, Twelve è al contrario il ragazzino nel corpo di un vecchio. Capaldi è il Dottore con la chitarra, gli ochiali da sole e la giacca col cappuccio. È un ragazzo dentro e si comporta come tale, mostrando alle volte una insensibilità e mancanza di empatia che è tipica dei giovani adolescienti, ancora troppo acerbi per pensare come si deve al prossimo.
RispondiEliminaAlmeno, questa è l' idea che mi sono fatto di lui... finora Twelve dopo Ten è il mio Dottore preferito tra l' altro.