lunedì 14 settembre 2015

Tentato Suicidio

L’indistruttibile Kaidou delle 100 bestie, attualmente l’uomo più forte del mondo, ci viene presentato così, durante il suo epico tentativo di fare ciò in cui nessuno è mai riuscito: ucciderlo. Gettarsi da un’isola nel cielo, dopo che lance e ghigliottine si sono infrante a contatto con la sua pellaccia dura, e sopravvivere…

Sicuramente il modo in cui è stato mostrato questo personaggio ha entusiasmato la maggior parte dei lettori e, senza dubbio, Oda ha saputo giocarsela bene.
Innanzitutto l’apparizione di fronte all’alleanza di Kidd, intenzionata a combattere Shanks il Rosso,che  incappa casualmente in un altro imperatore caduto dal cielo. Il mio primo pensiero è stato: ciao ciao Kidd.
 Kaidou, però, manifesta la sua disapprovazione nei confronti del povero Doflamingo, proprio in linea con le speranze di Law. L’ultima battaglia di Doflamingo…ve la immaginate?  Uno scontro tra Kaidou e Doflamingo, se ci sarà e se ci verrà mostrato, deve essere a dir poco sensazionale. Lo scontro tra Akainu e Aokiji sarà solo un simpatico ricordo ora che siamo nel Nuovo Mondo.
Torniamo però al fulcro del discorso: il tentato suicidio dell’imperatore.


Vorrei innanzitutto sottolineare un’importante aspetto per contestualizzare questa scelta dell’autore. Il suicidio nella cultura orientale, e ancor di più in quella giapponese, ha una valenza completamente diversa da quella che gli viene attribuita invece dalla cultura occidentale.
Nella nostra fettina di mondo, plasmata dal Cristianesimo, il suicido è un atto impuro, basti pensare che Dante relega i “violenti contro se stessi”nel settimo cerchio dell’Inferno.
In Giappone le leggende dipingono in modo molto diverso questo atto, espressione di grande integrità d’animo.Seppuku-2
Il seppuku è una pratica a tutti gli effetti presente nel Bushido (codice morale e militare dei Samurai), concedere ad un nemico di praticare il seppuku non è una vergogna, bensì un onore concesso a chi sta per morire. Veniva inoltre praticato qualora si dovessero espiare gravi colpe, in tal caso, l’appartenenza ad un determinato grado nella casta militare assicurava una morte senza disonore.
Il rituale prevedeva che il soggetto si inginocchiasse nella tipica posizione giapponese, in modo da poter cadere in avanti, come confà ad un qualunque guerriero onorevole, evitando che il corpo potesse riversarsi supino. Inoltre il kaishakunin, un abile spadaccino, fidato compagno del malcapitato, aveva il compito di decapitarlo non appena compiuto l’atto, in modo da evitare una lunga e disperata agonia.
L’atto di Kaidou, dunque, è da leggere in questa ottica, ovviamente senza dimenticare la giusta dose di ironia, data la situazione. Comunque sia, il movente che sembra aver spinto l’imperatore a praticare il suicidio è la noia.
kaido1



“Un mondo così noioso non merita di esistere, è tempo di iniziare quella che sarà la più grande guerra di tutti i tempi”

Nessun commento:

Posta un commento