lunedì 15 febbraio 2016

Il Dottore secondo me

Vorrei premettere una cosa, Doctor Who è entrato nella mia vita solo da poco tempo, ho fagocitato episodi uno dopo l’altro come se fossi un ciccione americano in astinenza da tivvù. Ho visto qualche episodio della serie classica, e tutti quelli della serie moderna nel giro di qualche settimana, dunque contestualizzate tutto ciò che leggerete considerando che sono probabilmente la fan più recente della serie in questione. Sì sì, dite pure noob.

Inizierei con il dire che, per quanto mi riguarda, dubito che potrei mai fare una classifica in merito al “best Doctor”. Credo che la cosa mi costerebbe troppi ripensamenti, e dubito che la decisione che prenderei potrebbe essere in qualche modo definitiva.

Tutte le volte che mi sono trovata a guardare un episodio, ho sempre pensato “il Dottore è lui, è perfetto”, tutte le volte che c’è stato un cambio di protagonista ho avuto una contrattura del miocardio, tutte le volte che ho visto un nuovo Dottore ho storto il naso.
Sono troppe le sfumature che contribuiscono a dare i contorni alla figura del Dottore nell’immaginario collettivo, credo che stilare una classifica sia in qualche modo riduttivo.

La fangirl di Ten che è in me sta tentando di suicidarsi in questo preciso momento, pur di attirare la mia attenzione, ma un blogger in qualche modo deve saper tenere a bada questi sprazzi di fangirlismo spudorato.

Vorrei quindi fare una piccola panoramica su quello che è “il Dottore secondo me”.
Inizierei da Nine, il FANTASTICO pelatone in giacca di pelle. Si può dire che lui sia stato il mio primo Dottore, con tutte le smielate sensazioni che ne conseguono. L’unico peccato è che non si siano potuti sviluppare a dovere tutti gli aspetti del suo carattere. Vi dirò, a me Nine piace moltissimo.



Credo che nelle stagioni successive l’aspetto “alieno” del Dottore sia andato via via sfumando sempre di più, in favore di una categorizzazione che lo avvicinasse di più alla razza umana. Quasi come se fosse andato perduto il concept iniziale del Time Lord. Colpevole di ciò, a mio parere, è proprio l’adorato Ten, ma torneremo su questo discorso in un secondo momento, facciamo prima un passo indietro.

Nine aveva momenti di umanità misti a momenti di rabbia e rancore. L’ombra oscura della Guerra del Tempo non gli lasciava respiro, dai suoi occhi traspariva l’inguaribile senso di colpa nei confronti della propria specie. Era figlio della guerra, e come tale era necessario che la sua frustrazione prendesse il sopravvento in alcuni casi. Di qui l’esigenza di introdurre una compagna come Rose, la classica biondina stupida e tanto amorevole da lasciarsi intenerire da un Dalek.

Volete sapere come la vedo? Il vero duo non è affatto Ten-Rose. Questo binomio si è sviluppato in un secondo momento probabilmente per “rassicurare” i fan che quel simpatico e stravagante nuovo Dottore fosse effettivamente la reincarnazione del precedente. Era necessario che, per Rose, dopo una fase iniziale di incertezza voluta, non cambiasse nulla. Era necessario che il suo sentimento verso il Dottore continuasse a crescere fino all’ultimo secondo. In tal modo anche per i fan sarebbe stato lo stesso.
Non fraintendetemi, non dico che Ten avesse bisogno di tutte queste congetture per far breccia nel cuore delle persone, però pensandoci, il ferro va battuto ancora caldo. Ed è stato grazie a questo piccolo espediente di trama che la storia ha potuto continuare a svilupparsi senza troncare completamente, come è accaduto invece per Eleven. E credo che questo stesso stratagemma sia stato ripetuto ultimamente con l’introduzione di Twelve.

Dicevo, dunque, che a mio parere è proprio colpa di Ten se il “Dottore”, nel corso delle stagioni 2, 3 e 4 sia diventato un Dottore più umano che alieno. Non si può certo fargli un plauso per questo, ma ci sono tanti altri aspetti che David Tennant è riuscito ad enfatizzare al meglio.
Con quel suo atteggiamento impeccabile e geniale, il suo sovoir fair e la sua grande empatia con il mondo che lo circonda, sembra quasi che il Dottore abbia fatto un passo indietro, avviandosi più che verso l’uomo maturo, verso il tenero bambino che non si rassegna mai. Il senso di colpa che comunque alberga nel suo animo, viene abilmente celato da un bel visino sorridente. Ciò ha dato la possibilità di sviluppare altre sfaccettature del personaggio del Dottore, ad esempio l’immenso istinto protettivo e la continua speranza in un lieto fine. Inoltre, è stato ripreso un concetto molto importante, che non si è potuto sottolineare con la precedente incarnazione. Il Dottore, lasciato solo per lungo tempo, perde la sua “umanità”, sa essere terribilmente crudele e insensibile alla morte.
A scoprirlo è quella che sarà poi la VERA compagna di Ten, Donna Noble.



Prima puntata, seconda stagione: il Dottore stermina senza ripensamento i cuccioli dell’imperatrice degli Aracnos, ultima della sua specie.  Questo, a mio parere, è un grandissimo azzardo da parte di Russel T Davies. Sta buttando come carta straccia le caratterizzazioni più forti che il dottore ha avuto e avrà. La sua compassione in quanto ultimo della propria specie, il suo rispetto per la vita, il suo compito di preservare le razze in via di estinzione, tutto va a farsi friggere in un bollente calderone di odio e non curanza. Eppure, è grazie a questo che riusciamo a rivedere un barlume di “non umanità” nel Dottore.

Ten è stato anche decisivo per altri aspetti. Ad esempio, sotto la sua egida, si è potuto caratterizzare maggiormente il ruolo delle “compagne”. La comparsa di Sara Jane, di Martha Jones e di Donna hanno mostrato come il rapporto tra Dottore e Assistente sia molto più complesso e variegato di quanto i fan possano pensare. Reduci dalla evidente storia d’amore con Rose, tutti ci aspettavamo un ritorno di fiamma. E invece abbiamo potuto vedere come Martha sia stata palesemente rifiutata e affetta da mal d’amore e come, invece, Donna abbia abilmente rivestito il ruolo di migliore amica, di spalla nel vero senso della parola. Grazie al pragmatismo di Tennant, Davies è riuscito a percorrere molte strade diverse, contribuendo a caratterizzare il Dottore nelle più disparate circostanze, finanche a renderlo tanto vanesio da essere restìo a reincanrarsi con un nuovo volto.

Dunque, se Nine è il “Dottore della Guerra”, Ten è il Dottore dei “Compagni Perduti”, del romanticismo e della malinconia.  Ciò che sempre lo ha ossessionato è stata la perdita dei suoi compagni di viaggio, il senso di colpa dell’avergli rovinato la vita dopo averli attirati a sé grazie al suo irresistibile magnetismo.

A questo punto, era necessario introdurre un Dottore che sapesse tenere testa alla precedente incarnazione, e che al contempo smorzasse alcuni dei suoi precedenti aspetti in virtù di nuove sfumature.
Come sanare la ferita che sarebbe stata lasciata da Ten? Qui non c’erano compagne di viaggio a tenere insieme i pezzi, inoltre Tennant aveva avuto modo di entrare e radicarsi nel suore dei fan…come sostituirlo?

Ma ovviamente, con la giusta dose di pazzia e con il ritmo sostenuto delle vicende, i  fan non avrebbero avuto modo di avvertire la mancanza di Ten di fronte ad un Dottore tanto strambo e infantile, al punto da fare irruzione in casa di una bambina e….farla cucinare per saziare il proprio appetito, fino ad optare per bastoncini di pesce e crema pasticciera. Come fa a non essere amore a prima vista?


Vi confesso un’altra cosa. Ho sempre pensato che la scelta di un dottore giovane e “belloccio” sia stata fatta per alleviare il senso di vuoto che Ten avrebbe lasciato. Parlandoci chiaramente, vedendo gli ultimi Dottori uno accanto all’altro, credo sia evidente la somiglianza tra Smith e Tennant proprio dal punto di vista estetico. Non linciatemi, ma penso ci sia anche questo dietro alla scelta di Smith come undicesima incarnazione. I cambiamenti vanno concretizzati a piccole dosi.
Inoltre, è stato introdotto un nuovo modo con cui il Dottore avrebbe potuto sopportare la grande mole di sensi di colpa che lo attanagliava. C’è stato un taglio netto con tutto ciò che era accaduto precedentemente,  il che ha consentito l’introduzione di nuovi personaggi e nuovi pattern narrativi, ma dietro a tutto questo c’è un fattore fondamentale: Eleven è il Dottore che dimentica. 

L’infantilismo e la vena di pazzia sono proprio legate al fatto che il Dottore sta invecchiando e ha bisogno di nuove gioie, di nuovo carburante per continuare il proprio cammino nello spazio-tempo.
Si può dire, pensandoci, che ogni incarnazione del Dottore abbia enfatizzato un diverso aspetto della persona umana: per Nine c’era il senso di vuoto e la sofferenza, per Ten c’era l’innamoramento e il romanticismo, per Eleven c’è uno dei più profondi aspetti dell’uomo, la sua capacità di dimenticare.
A mio parere, riusciamo a capire davvero il meccanismo mentale di Eleven solo all’ultimo episodio della settima stagione.

Prima di concludere, è doveroso  spendere due paroline riguardo Capaldi.
Come tra Nine e Ten, anche in questo caso è stato necessario un po’ di zucchero per buttare giù la pillola: la ragazza impossibile, Clara Oswald. Si può dire che questo cambio di protagonista sia stato per me il più difficile da accettare, eppure grazie a Capaldi si può dire che il Dottore sia davvero tornato ad essere un Signore del Tempo. Tutti gli aspetti che lo differenziano dall’uomo sono stati ripescati e rimescolati. Twelve odia gli abbracci (ah se lo sentisse Ten…), sembra anche che non sappia assolutamente come si faccia a stringere a sé qualcuno o a sorridere, è imbranato a tal punto che Clara ha dovuto scrivergli dei bigliettini con delle frasi-tipo da utilizzare nelle varie circostanze. Ecco di nuovo l’alieno che prende il sopravvento sull’umano.


Twelve è un Dottore riflessivo, attento, la sua peculiarità è il porsi delle domande. E a tutto ciò si aggiunge il fatto che, al momento della propria rigenerazione, sembra quasi non ricordare nemmeno cosa volesse dire essere il Dottore. Che le preghiere di Eleven siano state ascoltate? E’possibile che effettivamente tutto questo desiderio di dimenticare lo abbia portato ad essere così? E’ possibile che il suo aspetto palesemente invecchiato serva proprio a ricordargli che l’infantilismo non è la via giusta per proseguire il suo cammino?


7 commenti:

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  2. Per come la vedo io, se Eleven è il Dottore vecchio nel corpo di un giovane, Twelve è al contrario il ragazzino nel corpo di un vecchio. Capaldi è il Dottore con la chitarra, gli ochiali da sole e la giacca col cappuccio. È un ragazzo dentro e si comporta come tale, mostrando alle volte una insensibilità e mancanza di empatia che è tipica dei giovani adolescienti, ancora troppo acerbi per pensare come si deve al prossimo.
    Almeno, questa è l' idea che mi sono fatto di lui... finora Twelve dopo Ten è il mio Dottore preferito tra l' altro.

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