venerdì 2 gennaio 2015

KIKOKU, IL PIANTO DEL DEMONE

L’arma del Chirurgo della Morte è una spada lunga che prende il nome di nodachi. La traduzione letterale di “nodachi” è, in realtà, “spada da campo”, tuttavia non sono pochi i casi storici in cui il termine “nodachi” si è utilizzato in luogo di “odachi” che significa “spada lunga”. La odachi è nata come leggera variazione della tachi, una spada molto ricurva e poco più lunga di una katana (che raggiunge i 70 cm, mentre la tachi arriva a circa 78 cm) che veniva utilizzata dai combattenti a cavallo. Il prefisso “o” indica infatti che la spada ha lunghezza maggiore di un tachi (viceversa, se “più corta” si parla di kodachi). 

Quando pensiamo ad un Samurai, la prima cosa che ci viene in mente è il connubio katana wakizashi, ma questa è in realtà un’imprecisione. Sia le katane che le tachi erano utilizzate dai Samurai e, per la precisione, quest’ultima era l’arma della classe più alta poiché più maneggevole (avendo il manico leggermente ricurvo era facilitata anche la presa) ed era più semplice da utilizzare in armatura completa (quindi da i soldati di rango maggiore). Le tachi, assieme alla loro derivazioni, divennero sempre meno utilizzate poiché durante la guerra contro i mongoli si resero evidenti i difetti di questo tipo di arma. Così le tachi vennero completamente abbandonate (molte di esse furono tagliate per renderle di dimensioni comparabili a quelle di una katana).  



Ciò che distingueva le katane dalle tachi, oltre alla dimensione, era principalmente il modo di indossare la spada. Normalmente una katana viene infoderata con il filo verso l’alto, viceversa una tachi viene infoderata con il filo rivolto verso il basso. Per cui una stessa spada diviene tachi o katana a seconda di come la si lega alla cintura e degli accessori di cui è dotata, ricordiamo infatti che la fattura della tachi era certamente più pregiata. La nodachi è molto più lunga della tachi e necessita, generalmente, due mani per essere utilizzata, sebbene questo non sia il caso del nostro Trafalgar che la riesce a direzionare alla perfezione anche con una sola mano, imprimendo anche al colpo una forza sufficiente. Caratterizziamo meglio questa spada a due mani: la lama e la tsuka (impugnatura) sono ricurve e le dimensioni globali possono raggiungere anche 1,8 m (si pensi che la odachi più lunga ha una dimensione totale di 3,7 m e aveva funzione cerimoniale). Spesso le nodachi possono apparire sproporzionate poiché l’impugnatura è più grande di quella della classica katana, comunque una nodachi ottimale dovrebbe esibire un rapporto lama/impugnatura di 4/1.


La spada di Law, la Kikoku, non è purtroppo una spada di pregiata fattura e questa cosa, a dire il vero, mi lascia un po’ perplessa. Un personaggio come il Chirurgo in questione è sicuramente sufficientemente abile e meritevole di utilizzare una meito, eppure egli rimane fedele alla sua nodachi fin dal primo momento in cui lo incontriamo e non sembra minimamente intenzionato a farsela portare via. A tal proposito possiamo ricordare l’episodio in cui Vergo confisca la spada a Law e il chirurgo, non appena ne ha la possibilità , la rintraccia tramite i suoi poteri.

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