L’arma del Chirurgo della Morte è una spada lunga che prende
il nome di nodachi. La traduzione letterale di “nodachi” è, in realtà, “spada
da campo”, tuttavia non sono pochi i casi storici in cui il termine “nodachi”
si è utilizzato in luogo di “odachi” che significa “spada lunga”. La odachi è
nata come leggera variazione della tachi, una spada molto ricurva e poco più
lunga di una katana (che raggiunge i 70 cm, mentre la tachi arriva a circa 78
cm) che veniva utilizzata dai combattenti a cavallo. Il prefisso “o” indica
infatti che la spada ha lunghezza maggiore di un tachi (viceversa, se “più
corta” si parla di kodachi).
Quando pensiamo ad un Samurai, la prima cosa che
ci viene in mente è il connubio katana wakizashi, ma questa è in realtà
un’imprecisione. Sia le katane che le tachi erano utilizzate dai Samurai e, per
la precisione, quest’ultima era l’arma della classe più alta poiché più
maneggevole (avendo il manico leggermente ricurvo era facilitata anche la
presa) ed era più semplice da utilizzare in armatura completa (quindi da i
soldati di rango maggiore). Le tachi, assieme alla loro derivazioni, divennero
sempre meno utilizzate poiché durante la guerra contro i mongoli si resero
evidenti i difetti di questo tipo di arma. Così le tachi vennero completamente
abbandonate (molte di esse furono tagliate per renderle di dimensioni
comparabili a quelle di una katana).
Ciò
che distingueva le katane dalle tachi, oltre alla dimensione, era
principalmente il modo di indossare la spada. Normalmente una katana viene
infoderata con il filo verso l’alto, viceversa una tachi viene infoderata con
il filo rivolto verso il basso. Per cui una stessa spada diviene tachi o katana
a seconda di come la si lega alla cintura e degli accessori di cui è dotata,
ricordiamo infatti che la fattura della tachi era certamente più pregiata. La
nodachi è molto più lunga della tachi e necessita, generalmente, due mani per
essere utilizzata, sebbene questo non sia il caso del nostro Trafalgar che la
riesce a direzionare alla perfezione anche con una sola mano, imprimendo anche
al colpo una forza sufficiente. Caratterizziamo meglio questa spada a due mani:
la lama e la tsuka (impugnatura) sono ricurve e le dimensioni globali possono
raggiungere anche 1,8 m (si pensi che la odachi più lunga ha una dimensione
totale di 3,7 m e aveva funzione cerimoniale). Spesso le nodachi possono
apparire sproporzionate poiché l’impugnatura è più grande di quella della
classica katana, comunque una nodachi ottimale dovrebbe esibire un rapporto
lama/impugnatura di 4/1.
La spada di Law, la Kikoku, non è purtroppo una spada di
pregiata fattura e questa cosa, a dire il vero, mi lascia un po’ perplessa. Un
personaggio come il Chirurgo in questione è sicuramente sufficientemente abile
e meritevole di utilizzare una meito, eppure egli rimane fedele alla sua
nodachi fin dal primo momento in cui lo incontriamo e non sembra minimamente
intenzionato a farsela portare via. A tal proposito possiamo ricordare
l’episodio in cui Vergo confisca la spada a Law e il chirurgo, non appena ne ha
la possibilità , la rintraccia tramite i suoi poteri.
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